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sabato 11 aprile 2015

Romanzo: Il richiamo delle spade di Joe Abercrombie

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Titolo: Il Richiamo delle Spade

Autore: Joe Abercrombie

Saga: La Prima Legge

Genere: Fantasy

Sinossi:

Logen Novedita, il famigerato guerriero, ha infine esaurito la sua fortuna. Si è fatto un nemico di troppo e ora ha davanti a sé un futuro solitario e cupo, in cui da un momento all'altro potrebbe ritrovarsi a guardare la morte in faccia per l'ultima volta. Ma saranno proprio i morti a offrirgli un'ultima opportunità, perché qualcuno, là fuori, ha ancora dei progetti per il Sanguinario. Il Capitano Jezal dan Luthar, modello di egoismo e vanità, ha in mente poco altro che banali sogni di gloria, da far avverare in duello a colpi di spada. Ma la guerra è alle porte, gli eserciti si mobilitano e sui campi di battaglia del gelido Nord si combatte con regole terribilmente cruente. L'Inquisitore Glokta, carnefice storpio, sarebbe contento di veder tornare i resti del Capitano Jezal in una cassa, ma d'altro canto lui odia chiunque non sia stato ridotto nelle sue condizioni. Confessione dopo confessione, senza lasciar spazio a nessun sentimento se non al rancore, elimina i traditori in seno all'Alleanza, ma la sua ultima scia di cadaveri potrebbe condurlo dritto al cuore corrotto del governo. Se soltanto potesse sopravvivere abbastanza a lungo da poterla seguire...

Recensione:

Sono leggermente in difficoltà a recensire questo primo volume della Saga della Prima Legge di Joe Abercrombie e vi spiegherò subito il motivo.
Di questo autore avevo letto in precedenza “The Heroes”, visto che era stato il suo primo romanzo tradotto in italiano da Gargoyle Books.
In molti avevano gridato allo scandalo, poiché “The Heroes”, romanzo autoconclusivo, era successivo alla trilogia della Prima Legge e quindi la scelta della casa editrice italica appariva insensata, al limite della follia (come d’altronde è spesso prassi dalle nostre parti).
Ebbene, questa volta invece mi devo proprio schierare con Gargoyle.
A mio avviso il primo tomo della Saga, “Il Richiamo delle Spade” appunto, avrebbe “bruciato” Abercrombie, nel senso che questo volume è molto lento, certo ha molti pregi, li analizzerò più avanti, ma rimane una lunga introduzione senza eventi di un certo calibro a giustificarne le quasi 600 pagine.
Insomma, nulla di trascendentale e che avrebbe potuto far accantonare l’autore fra i mille altri.
Di tutt’altra pasta è invece il romanzo Gli Eroi, una cavalcata stordente (nel senso buono), fra i ranghi opposti in una battaglia epica di tre giornate sanguinosissimi e avvincenti dall’inizio alla fine.
Bene ha fatto quindi Gargoyle a mostrarci anzitutto il meglio di un autore che grazie a quel romanzo è divenuto di certo uno dei miei preferiti e che quindi si è conquistato la mia fiducia a prescindere dal mezzo fiasco (date le elevate aspettative) di questo “Il Richiamo delle Spade”.
Ma analizziamolo questo romanzo.
Dell’Abercrombie che ho conosciuto in “The Heroes” rimane sicuramente il cinismo di fondo che permea tutto e tutti.

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L’abilità dell’autore di dissacrare tutto ciò che c’è di più intoccabile nel fantasy classico è innegabile e i suoi personaggi sono a mio avviso molto originali e ben curati. Personalmente adoro tutti i “nominati” appartenenti al barbari del nord e li trovo riuscitissimi.
I loro dialoghi sono ironici e realistici, mostrando appieno l’abilità dell’autore nel trasporre in modo chiaro e credibile l’ideologia alla base di quel popolo.
Poi abbiamo l’inquisitore storpio, astro nascente dell’Impero, campione di spada e al tempo amato e idolatrato sia dalle alte sfere che dal popolino, ma caduto anzitempo in declino a seguito della lunga prigionia sotto un popolo nemico, durante la quale ha subito torture atroci che l’hanno sfigurato.
L’aver servito la propria patria è stata quindi la sua rovina, una colpa pagata col dolore fisico permanente e il disprezzo di chi un tempo lo osannava. Ottimo personaggio anche questo. Ma molti altri spiccano per particolarità e profondità, quindi da questo punto di vista non ci sono problemi. Ciò che mi ha deluso è la lentezza della narrazione, nel corso delle quasi seicento pagine non accade nulla di eclatante, rimandando tutti gli eventi ai seguenti libri e questo è un vero peccato dal mio punto di vista, perché non tutti i lettori sono disposti a concedere fiducia agli autori mentre Abercrombie a mio avviso se la merita avendo fornito al fantasy un nuovo volto, caustico e sferzante con una prosa asciutta e diretta senza troppi fronzoli. Una prosa che calza alla perfezione per la sua visione cruda dei mondi che genera, ma che in questo primo volume si apprezza meno data la mancanza di eventi scatenanti.
Sono certo che dal prossimo però, quanto faticosamente seminato in questo romanzo, sboccerà dando vita qualcosa di ben più coinvolgente. 

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