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Il chioschetto dell'ebook propone:

sabato 27 aprile 2024

Recensione: Alba di guerra di Cassern S. Goto [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 

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SINOSSI:

È il quarantunesimo millennio. Da più di cento secoli l'Imperatore Immortale siede sul Trono d'Oro della Terra, dominatore di milioni di mondi, sovrano sanguinario e crudele di miliardi di creature. Ma ormai è solo una misera carcassa tenuta in vita da un'oscura tecnologia, signore di un pianeta che sta per scomparire, la cui sopravvivenza è affidata a un ultimo, esile filo di speranza: le truppe dei sovrumani Space Marine. Solo loro possono garantire la sopravvivenza del genere umano contro le ostili razze aliene, i demoni e le Legioni Traditrici. Ma per quanto ancora? La terza compagnia degli Space Marine del capitano Angelos sta combattendo una sanguinosa battaglia contro gli orki invasori: per salvare il pianeta Tartarus, Angelos deve lanciare i propri uomini in un'ultima, disperata azione, ma prima di tutto deve combattere contro i propri demoni interiori e affrontare la spirale di intrighi, inganni e segreti che potrebbe mettere a rischio l'esistenza stessa dell'umanità.


RECENSIONE:

Alba di Guerra di C. S. Goto è il primo romanzo della Saga Dawn of War, facente parte di una trilogia ambientata nel fantascientifico mondo di Warhammer 40.000, incentrata sulla figura del comandante Gabriel Angelos e dei suoi Corvi Sanguinari.

Romanzo gagliardo, ricco di scontri a fuoco, dalle schermaglie sino a veri e propri assedi a città. E’ il primo dei vari romanzi legati a quest’ambientazione che leggo nel quale siano coinvolte ben quattro fazioni differenti, Orki, Eldar, e Marine del Caos, oltre agli imperiali capeggiati da Angelos. Che dire, un vero spasso.

Ambientazione come sempre eccellente, descrizioni di armamenti e tattiche ai massimi livelli, data la presenza simultanea di più razze con le proprie caratteristiche specifiche. Non conoscendo per nulla gli Eldar, ne sono rimasto particolarmente affascinato, almeno quanto alla mia amata Aplha Legion. Il mio amore per la stella a otto punte, e alla sua profonda e ricca simbologia non ha tempo, impossibile rimanere indifferenti al suo fascino.

Scontri a tutto campo, imboscate e controreazioni, c’è tutto il necessario per intavolare un romanzo adrenalinico, realmente capace di tenere incollati a ogni singola pagina, rendendo difficoltoso il riporlo sul comodino, nel cuore della notte per concedersi il meritato riposo. In mezzo a quest’ordalia di fuoco e fiamme si ergono singoli personaggi capaci di affascinare per carisma e peculiarità varie. Assolutamente da leggere e godere sino in fondo. Consigliatissimo anche se oramai fuori produzione, in attesa che la nostra amata AlaNera edizioni lo faccia risorgere dalle ceneri. Qualche copia usata disponibile sul link amazon indicato sopra, oppure a buon mercato su ebay. Consigliatissimo. Voto 8.


Andrea Zanotti


domenica 21 aprile 2024

Recensione: Pandemon di Giuseppe Chiodi [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Sinossi:

Quarta Era. L'Italia è governata dalla Santa Sede, che sfrutta le reliquie dei santi per i loro immensi poteri. Il giovane Camillo assiste alla distruzione della sua città e al massacro della sua famiglia a opera della Sacra Lancia, brandita dal pontefice Innocenzo XV. Il sodalizio con Zagreo Toccaceli, ladro di reliquie di professione, condurrà il ragazzo tra catacombe e antiche cripte, tagliagole e alti prelati, alla ricerca della verità e dell'agognata vendetta.

Da Giuseppe Chiodi, autore de Il Mistero del Principe, curatore del blog letterario Immersività e insegnante di scrittura, una nuova avventura ad ambientazione italiana che mescola fantasy, storia alternativa ed elementi del cattolicesimo romano. Include un breve saggio dell'autore intitolato Di santi e kami: l'animismo italiano e i suoi feticci.


Recensione:

“Pàndemon – Cacciatori di Reliquie” di Giuseppe Chiodi promette un’immersione straordinaria in un mondo fantastico ricco di intrighi, potere e vendetta, ambientato nel suggestivo contesto del Sacro Impero Pontificio.

Nella Quarta Era, l’Italia è governata dalla potente influenza della Santa Sede, che impiega le reliquie sante per accrescere il proprio potere. Il giovane Camillo, testimone della devastazione della sua città e della perdita della sua famiglia per mano della Sacra Lancia, impugnata dal pontefice Innocenzo XV, si tuffa in un viaggio avvincente alla ricerca della verità e della vendetta tanto agognata. Il suo destino si intreccia con quello di Zagreo Toccaceli, abile ladro di reliquie, e insieme si ritrovano immersi tra le oscure catacombe, antiche cripte, pericolosi tagliagole e potenti prelati.

Giuseppe Chiodi, noto autore de “Il Mistero del Principe”, ci regala un’avventura epica dall’ambientazione italiana unica nel suo genere, che fonde abilmente elementi fantasy, storia alternativa e richiami al cattolicesimo romano. Oltre alla trama coinvolgente, il libro offre un ulteriore approfondimento con un breve saggio dell’autore dal titolo “Di santi e kami: l’animismo italiano e i suoi feticci”, arricchendo ulteriormente l’esperienza di lettura con interessanti spunti di riflessione.

“Pàndemon – Cacciatori di Reliquie” si presenta come un’opera imperdibile per gli amanti dell’avventura fantasy, offrendo una narrazione avvincente e una profonda riflessione in un mondo ricco di mistero, magia e tradizione storica. 

Una lettura che promette di catturare l’immaginazione dei lettori, trascinandoli in un viaggio indimenticabile attraverso le intricanti trame del Sacro Impero Pontificio.

Complimenti all’autore

Rating: 7


Peg Fly



domenica 10 marzo 2024

Recensione: Alien, guerra coloniale di David Barnett [Rating 6,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Sinossi:

Sulla Terra, il clima politico è bollente per la tensione fra le Americhe Unite, l’Unione dei Popoli Progressisti e l’Impero dei Tre Mondi. Il conflitto si estende ai margini della galassia e la colonia britannica di Nuova Albione rompe con l’Impero dei Tre Mondi.

Ciò potrebbe portare alla…

GUERRA COLONIALE

Intrappolati nel mezzo ci sono la giornalista Cher Hunt, lo scienziato Chad McLaren e il sintetico Davis. Nell’intento di scoprire chi ha causato la morte di sua sorella, Shy Hunt, Cher si rende conto che la storia è molto più grande di lei, mentre la missione di McLaren, che lo scienziato combatte da sempre al fianco della moglie Amanda Ripley, è fermare la creazione dell’arma più letale di tutte: lo Xenomorfo.

Le tracce conducono i tre a un impianto di trivellazione su LV-187.Qualcuno o qualcosa lo ha devastato e ne ha ucciso il personale, e la colpa ricade sui britannici. Quando arrivano le forze coloniali e infuria il combattimento, i contendenti vengono sopraffatti da uno sciame alieno. La loro unica speranza potrebbe risiedere nei Royal Marine della God’s Hammer…


Recensione:

Alien – Guerra coloniale di David Barnett, a quanto ho capito è il romanzo d’esordio di quella che dovrebbe essere una vera e propria Saga basata sui famosi film dei 20th Century Studios. Un nuovo filone che AlaNera Edizioni ha deciso di introdurre nel suo catalogo e che affianca le tradizionali sue pubblicazioni dedicate ai mondi di Warhammer. 

Il romanzo è piacevole e la storia scorre bene nelle sue 400 e passa pagine. Gli elementi per caratterizzare questo nuovo universo fantascientifico prendono corpo a mano a mano che la narrazione prosegue, lasciandoci intravvedere sullo sfondo delle azioni dei protagonisti principali l’ambientazione socio-politica e le rivolte in corso di svolgimento. Certo nulla di paragonabile all’immane epopea di Wh40k, questo è bene specificarlo subito, per evitare la formazione di aspettative fuori luogo. Si tratta ti piani differenti.

Adrenalina in buone dosi, tensione cinematografica stile film e zero censure ci accompagnano in questa avventura ricca di colpi di scena. Le diverse fazioni presenti nell’episodio ci permettono di ampliare la visione che per il resto rimane focalizzata sulla vicenda del mondo LV-187 trasformando il romanzo in una sorta di storia “spara e fuggi” dal buon ritmo, ma dalle basi un po’ troppo fragili per i miei gusti personali. 

Molto adatto agli amanti delle storie più leggere e agli appassionati della filmografia legata a questi diabolici alieni, utilizzati dagli ancor più diabolici umani, per i loro biechi scopi. Nulla di nuovo sotto al sole, homo homini lupus.

Veniamo alla questione realizzazione prodotto. Bella la cover, ma posso affermare con una certa sicurezza che da un certo punto del romanzo deve essere accaduto qualcosa a chi si occupava della revisione, perché a una prima parte ben curata, segue la seconda piena di refusi. 

Voto 6.5   

Segnalo che a fine romanzo c’è anche un contenuto extra dedicato ai possessori del gioco di ruolo Alien, edito in Italia da Wyrd Edizioni, uno scenario basato proprio sul romanzo. 


Andrea Zanotti


sabato 17 febbraio 2024

Recensione: Al Dio sconosciuto di John Steinbeck [Rating 7,5] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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SINOSSI:

Romanzo "profetico" che prende il titolo dal discorso tenuto da san Paolo nell'Areopago di Atene, "Al Dio sconosciuto" fu pubblicato nel 1935 e tradotto da Eugenio Montale nel 1946. Racconta la storia di un contadino, Joseph Wayne, che lascia la vecchia fattoria del Vermont per traversare l'America e stabilirsi insieme ai fratelli in una fertile vallata della California. Le vicende, talora cruente, che si susseguono nella "terra promessa" raggiunta da questo indecifrabile sacerdote-colono, danno luogo a un quadro di sapore pagano - primitivistico - che Steinbeck ammanta di una luce sacrale.


RECESIONE:

“Al Dio sconosciuto” di John Steinbeck è un libro dalle atmosfere molto particolari. Credo appartenga a quella cerchia di produzioni letterarie per le quali non ci si riesca a dare una precisa spiegazione del fatto che riscontrino un così largo apprezzamento da parte del pubblico, eppure a propria volta, in sede di sincero giudizio si finisca con il trovarlo apprezzabile ed a consigliarlo. Un testo che parla alla parte più nascosta di noi, quella ancestrale ancora radicata nonostante tutto nella nostra interiorità, scavalcando di netto il filtro della mente.

"Al Dio sconosciuto" esplora temi profondi legati alla spiritualità, alla natura umana e al rapporto dell'uomo con la terra. La trama ruota attorno a Joseph Wayne, un contadino che gestisce con fratelli e famiglie, una fattoria, e sperimenta una connessione intensa con la terra e una sorta di deità presente nella natura circostante.

Non è un romanzo per tutti data la spiccata vena filosofica che lo percorre interamente e senza l’apprezzamento della quale, risulta poca cosa. Tutto ruota attorno al rapporto uomo/natura/fede, che viene esplorato anche grazie alle differenti inclinazioni dei fratelli. Ciò che maggiormente mi è piaciuto è l’ampio margine che Steinbeck concede alla riflessione del suo lettore, imponendosi di non fornire soluzioni precostituite, ma unicamente spunti di riflessione. Ad esempio, la natura potrebbe essere valutata in modi differenti dai lettori, anche diametralmente opposti, come assolutamente fedele a se stessa, ciclica e capace di autoregolarsi in modo divino, oppure all’inverso come terribile, dalla spietata indifferenze verso le umane vicissitudini.

Così avviene anche per i personaggi, l’indefesso Burton, uno dei fratelli del protagonista, grande religioso che potrebbe apparire agli uni come il più saggio, agli altri come un terribile bacchettone.  

Massima apertura d’interpretazione che non coinvolge solo attori e scenari, ma anche il finale. Insomma, un romanzo particolare che ho apprezzato, ma che non consiglierei a tutti. Voto 7,5

Andrea Zanotti 


sabato 3 febbraio 2024

Recensione: Cóntra. Storie brevi di guerra di AA.VV. [Rating 7] - recensione a cura di Peg Fly

 


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Titolo: Cóntra. Storie brevi di guerra

Autore: AA.VV. 

Editore: Catartica Edzioni 

Genere: antologia, guerra


Descrizione:

I racconti pubblicati in questa antologia sono quelli selezionati nell’ambito della prima edizione del Premio letterario “Cóntra. Storie brevi di guerra”. Il conflitto ucraino ha risvegliato le nostre più profonde paure, mostrandoci quanto siano fragili le certezze in cui ci culliamo, convinti che quello che succede lontano da noi spesso non ci riguardi. Eppure nel mondo ci sono 70 Paesi in guerra per un totale di 869 guerre e guerriglie. Lo scopo letterario del premio è di raccontare attraverso la scrittura le vicende collettive e individuali che si muovono sullo sfondo dei conflitti che attraversano il mondo, le nostre paure ed emozioni, manifestando contrarietà alla guerra, alla logica politica del riarmo. Non un concorso neutro, dunque, ma schierato per la pace, contro la guerra.


Recensione: 

Le storie entrano nel vivo di conflitti come quello ucraino, presente, lampante nelle persone che popolano gli altri stati europei e, nel bene e nel male si vedono coinvolti. Le guerre, purtroppo, fanno riemergere nell’essere umano timori, paure e ombre di fragilità prima sopite; incertezze che riemergono perché ci rendiamo conto che quello che accade intorno a noi può toccarci più di quanti immaginiamo. La guerra, per quanto lontana, purtroppo riguarda tutti, paesi ricchi e poveri. Il curatore fa una stima di circa settanta paesi nel mondo che si fanno la guerra, fino ad arrivare a un totale di 869.  Deprimente e davvero sconsolante, soprattutto per i nostri giovani e il loro futuro.

Questo concorso letterario serve dunque a raccontare quanto qualsiasi conflitto sia illogico, denunciando la politica del riarmo. Un concorso utile e ammirevole, per dire “No!” alla guerra. 

Ho apprezzato molto questa raccolta di racconti pieni di voglia di cambiare il mondo, pieni di sentimento e voglia di riuscire a risolvere al meglio le brutture di un’esistenza diretta da chi sta al Governo. Noi non siamo robot, siamo esseri umani e come tali non dovremmo far sì che ci mandino a morire solo per l’onnipotenza conquistatrice di pochi.

Tutti i racconti valgono la pena di essere letti con attenzione, perché in ognuno di essi il lettore può riscoprire parte di un passato che forse abbiamo dimenticato e parte di sé, che non conoscevamo di avere.

E questi racconti risvegliano la coscienza di ognuno di noi, proiettandoci non più come Ombre di un vecchio proiettore con lanterna e carbone, del titolo del primo racconto:  

“Storia di un vecchio proiettore con lanterna e carbone”, ma 

aiutandoci a comprendere quanto sia importante proiettarsi avanti con onestà e comprensione gli uni verso gli altri, senza bisogno di farsi la guerra per un misero pezzettino di striscia di terra: “Gaza”, perché in fondo, non è questa la vera vittoria dell’essere umano, la vera gloria sta nel perdonare e accontentarsi di ciò che si ha. E questo, gli autori dei racconti presenti nella raccolta lo esprimono a chiare lettere.

Voto sette


Peg Fly

sabato 27 gennaio 2024

Recensione: Per l’Imperatore di Sandy Mitchell [Voto 8] - recensione di Andrea Zanotti

 


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Sinossi:

Il Commissario Ciaphas Cain – eroe dell’Imperium e rinomato in tutto il settore per il suo coraggio e il suo valore – viene inviato per aiutare a mantenere l’ordine su un mondo avamposto ai confini dello spazio T’au. Ma quando l’ambasciatore alieno viene assassinato e la situazione sfugge rapidamente di mano, Cain e il suo reggimento di Valhalliani si trovano nel bel mezzo di una guerra. Mentre la Guardia Imperiale lotta per contenere un’insurrezione civile globale, riuscirà l’astuto Commissario Cain a scoprire l’identità del vero antagonista prima che il pianeta venga perso nell’Imperium per sempre?


Recensione:

Nuovo romanzo della serie di Warhammer 40.000 edito da AlaNera edizioni: oggi vi parlo di “Per l’Imperatore” di Sandy Mitchell. Vi anticipo che anche questa volta il divertimento e la soddisfazione sono stati abbondanti, per cui torno a ringraziare l’editore per aver portato in Italia anche questo lavoro. 

Il protagonista di questa storia, Ciaphas Cain, nonostante nella nostra lingua il nome possa far sorridere, è un commissario ed eroe dell’Imperium, rinomato in tutto il settore per il suo coraggio e le sue innumerevoli imprese. La cosa bella però è che lo è diventato in modo del tutto involontario, non per un innato carisma e sprezzo del pericolo, quanto per coincidenze ed eventi apparentemente fortuiti. Ciaphas Cain, infatti, è più interessato alla propria sopravvivenza che a quella dell’Impero. Il suo fine ultimo è quello di preservare la propria incolumità, in ogni modo, anche se pare proprio che nell’ottemperare a questa sua massima priorità ed aspirazione del tutto egoistica, il fato, o forse la volontà stessa dell’Imperatore, gli facciano compiere azioni volte a glorificare l’Impero e la sua personalità. 

L’autore è abilissimo nel tessere le trame adatte a far spiccare le doti di sopravvivenza del protagonista, per poi capovolgerle a favore dell’Impero tutto, condendo la storia con generose dosi di ironia. Bella vicenda, begli scontri, colpi di scena, non manca nulla. Soprattutto il contrasto fra l’indole furbesca del nostro commissario, paragonata con lo stoicismo degli altri Inquisitori e Commissari presenti nelle altre Saghe di WH40K. Penso ai vari integerrimi e irreprensibili Eisenhorn, o Severina Reine. Il nostro Ciaphas è di tutt’altra pasta, anche se sotto sotto, forse è solo la sua capacità di prendersi meno sul serio, di alleggerire le varie situazioni, a renderlo differente dai suoi monolitici colleghi, ma il carattere e la tempra non sono da meno. Gran bel personaggio. Consigliato anche questo lavoro. Complimenti ad AlaNera anche per la minor quantità di refusi presenti nel testo. Passi avanti ben venuti! Voto 8


domenica 21 gennaio 2024

Recensione: Arkham Horror - La Litania dei Sogni di Ari Marmell [Rating 8] - recensione a cura di Andrea Zanotti

 


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Sinossi:

La misteriosa scomparsa di un brillante studente della Miskatonic University spinge il suo preoccupato compagno di stanza, Elliot Raslo, a indagare per conto proprio. Ma Elliot già combatte contro il fascino alienante di un’incessante litania che solo lui riesce a sentire… Quando il giovane si imbatte in un inuk groenlandese in cerca di una reliquia rubata, le domande aumentano. Potrebbe esserci una connessione fra la litania di Elliot e il pezzo di stele coperto di scritte antidiluviane che ha ossessionato il suo amico? La ricerca di una risposta li condurrà nel cuore di un complotto diabolico per far risorgere un antico orrore…


Recensione:

Oggi vi parlo di La Litania dei Sogni di Ari Marmell. Anzitutto come sono arrivato a questo testo? Già perché questo romanzo, così come tutta la serie legata ad Arkham Horror è portato in Italia da Asmodee che non risulta un editore tradizionale, ma un editore di giochi da tavolo e di RPG. Ebbene, producendo Asmodee il gioco di carte Arkham Horror, ha visto bene di iniziare a tradurre i romanzi legati a quest’ambientazione e all’universo degli Antichi partorito da H.P. Lovecraft. 

Devo dire che il lavoro è quanto mai riuscito e non risente minimamente di pecche di gioventù che ci si potrebbe attendere da chi si affaccia su un nuovo mercato. Il prodotto libro è molto ben curato in ogni suo aspetto, dalla cover all’editing e impaginazione. 

Ma veniamo ai contenuti che sono quello che maggiormente ci interessa. È il primo romanzo legato a quest’ambientazione che affronto e devo ammetterlo: mi è piaciuto parecchio. L’inizio è un po’ lento, ma superato questo piccolo scoglio iniziale, la storia prende slancio e vitalità e non si arresta, anzi accelera sino alla conclusione. Finale non particolarmente originale, diciamo, ma che soddisfa appieno gli amanti del genere. Soprattutto perché, confessiamolo, ci piace crogiolarci un po’ nel già visto, riassaporare le piccole differenze nelle prosa dei diversi autori, ma lasciare la sostanza immutata, una sorta di omaggio dovuto al grande demiurgo di queste ambientazioni, il papà di Cthulhu e dei suoi simpatici amichetti. Ebbene Ari Marmell rimane fedele agli stereotipi del genere, aggiornando prosa e ritmi ai tempi moderni pur mantenendo immutato il fascino delle ambientazioni e delle creature mostruose cui andremo incontro nei panni degli improvvisati investigatori dell’occulto di turno. Molto ben fatto e di piacevole lettura. Una serie tutta da scoprire. Voto 8


Andrea Zanotti